un tecnico specializzato osserva l'estensione di un grande impianto fotovoltaico

Grandi impianti: è il momento di partire

In Italia i grandi impianti fotovoltaici di taglia utility scale faticano a ingranare la marcia. Complici i numerosi ostacoli autorizzativi e le lungaggini burocratiche, che stanno di fatto bloccando interi progetti e allontanando potenziali investitori.

Se si considerano i numeri dello scorso anno, in Italia sono stati realizzati 103 MWp di nuovi impianti con potenza superiore al MWp. Il dato segna una flessione del 7,1% rispetto al 2020. Eppure nel nostro Paese servirebbero proprio le grandi centrali fotovoltaiche per superare la tanto attesa soglia del GW e per centrare gli obiettivi del Pniec. Intanto, tuttavia, qualcosa si muove. E alcuni esempi dimostrano che la strada imboccata è quella giusta.

IL CASO DI REGIONE SARDEGNA

Proprio nei giorni scorsi, Regione Autonoma Sardegna ha fornito l’autorizzazione a Sardeolica  alla costruzione di un impianto fotovoltaico da 79 MWp. Sardeolica è attiva nelle rinnovabili ed è controllata dal Gruppo Saras. L’impianto, nello specifico, sorgerà nell’area di industriale di Macchiareddu, in provincia di Cagliari. Con il parco Helianto, la potenza totale degli impianti del gruppo raggiungerà i 250 MWp. In particolare Helianto sfrutterà le sinergie con i parchi eolici contigui di Macchiareddu che il gruppo ha acquisito nel giugno 2021.

ITER SBLOCCATO

C’è un altro caso che dimostra come in Italia i grandi impianti fotovoltaici siano frenati da una burocrazia farraginosa. Ma spesso il risvolto è positivo. E infatti, dopo un iter durato tre annui, nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha deciso di sbloccare due maxi centrali a Viterbo per una potenza totale di 235 MWp.

Le centrali erano state bloccate dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Ma con due sentenze di fine marzo, il Consiglio di Stato ha dato definitivamente il via libera.

La prima sentenza riguarda un impianto fotovoltaico a terra da 150 MWp in area agricola a Pian di Vico, Tuscania. La seconda a un impianto fotovoltaico da 85 MWp in area agricola nel territorio dei comuni di Montalto di Castro e di Canino.

Come dicevo, l’iter è durato tre anni. Nel 2019, le installazioni avevano ottenuto il via da Regione Lazio.

E avevano anche superato la Valutazione di Impatto Ambientale. Tutto bene fin qui. Ma successivamente era arrivato uno stop da parte del ministero della Cultura. Trascorso un altro anno, arrivava poi la revoca delle autorizzazioni da parte del Governo. A questo punto il TAR interveniva, su richiesta delle aziende installatrici, dando loro ragione. Ma dopo pochi mesi il ministero della Cultura ricorreva al Consiglio di Stato per bloccare la realizzazione dei due impianti.

Fino a pochi giorni fa, con la notizia del via libera.

LINFA A NUOVE TECNLOGIE

Non solo raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Unione europea in termini di abbattimento delle emissioni climateranti e di un maggiore sviluppo delle rinnovabili. I grandi impianti fotovoltaici offriranno infatti la possibilità di dare respiro e linfa vitale a nuove tecnologie. Considerando ad esempio i moduli, si assisterà a un passaggio decisivo dalle celle con wafer M10, con dimensioni quindi di 182×182 millimetri, oggi ampiamente utilizzate per gli impianti su tetto, a moduli con celle M12, e quindi con dimensioni e peso maggiori dato l’utilizzo di celle da 210 millimetri. Questi moduli sono particolarmente indicati per i grandi impianti perché, offrendo maggiore potenza rispetto a un pannello con wafer M10, consentono di ottimizzare gli spazi necessari all’installazione e di risparmiare sui costi di sistemi dell’impianto. È stimato che nei prossimi anni la market share di questi prodotti potrebbe passare da una quota del 18% del 2021 al 63% previsto per il 2025.

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