In questo contesto, giocano un ruolo molto importante le comunità energetiche rinnovabili, un modello intelligente di gestione dell’energia già molto diffuso in Nord Europa e, ora, grazie alle ultime normative di legge, anche in Italia.
Comunità energetiche: cosa sono?
Per prima cosa, è importante evidenziare i concetti alla base delle REC (Renewable Energy Communities) così da comprenderne tutti i reali benefici. Le comunità energetiche rinnovabili non sono altro che delle associazioni composte da aziende, enti pubblici o anche semplici cittadini, che scelgono di creare delle infrastrutture dedicate alla produzione di energia provenienti da fonti rinnovabili.
L’energia prodotta sarà destinata all’autoconsumo, mentre la parte in eccesso verrà condivisa con il resto della comunità. Infatti, alla base delle comunità energetiche vi è proprio il principio della condivisione, attraverso il quale i consumatori passivi si trasformano in produttori.
La differenza con il classico sistema di fruizione dell’energia utilizzato fino ad oggi è evidente. Nello schema classico abbiamo il consumatore che si avvale della facoltà di utilizzare l’energia messa a disposizione dal proprio fornitore. Nello schema delle REC, invece, è il consumatore stesso il produttore e tutta l’energia in eccesso viene riversata nella rete e messa a disposizione degli altri utenti o dirottata verso sistemi evoluti di storage per lo stoccaggio.
Le Comunità energetiche rinnovabili a livello collettivo, di comunità e di cittadino
Come anticipato, possono entrare a far parte delle Comunità Energetiche rinnovabili sia i privati, che i condomini, le aziende e gli enti pubblici. I vantaggi, in tutti i casi, sono molteplici sia in termini economici che di impatto ambientale.
Nel primo caso, infatti, vi è la possibilità di accedere a diverse misure di agevolazione (come l’Ecobonus o il Superbonus 110%) che permettono di abbattere il costo di realizzazione dell’impianto, ma anche a benefici tariffari che variano in funzione del quantitativo di energia prodotta e immessa in rete.
Per quanto riguarda la possibilità di accedere al Superbonus 110% (sia per i privati che per i condomini), la risoluzione 18 del 12 Marzo 2021 prevede che le configurazioni devono avere una soglia massima di 200KW e un costo complessivo non superiore ai 96 mila euro. In questo caso, la detrazione sarà ripartita in 10 anni e nella misura del 110% per le spese relative agli interventi di realizzazione.
L’impianto in questione dovrà essere installato per far fronte ai bisogni energetici della comunità e non deve costituire svolgimento di attività commerciale abituale.
Gli incentivi previsti per le comunità energetiche
Le comunità energetiche possono accedere a diverse tipologie di incentivi che rendono gli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture decisamente vantaggiosi. Gli incentivi, infatti, possono essere cumulati con altre agevolazioni, come l’Ecobonus, il Bonus Casa o il già citato Superbonus 110%.
Queste detrazioni, come detto, possono essere cumulate con i benefici tariffari previsti per le Comunità energetiche rinnovabili. Tale beneficio ha durata di 20 anni e prevede sia un corrispettivo unitario che una tariffa a premio.
Ma quali sono i requisiti previsti dalla normativa italiana per ottenere queste agevolazioni? L’impianto deve essere di nuova costruzione ed essere collegato alla rete elettrica di bassa tensione. Un altro requisito fondamentale è quello di avere una potenza non superiore ai 200KW. Se sussistono i suddetti requisiti è possibile ottenere un beneficio tariffario (tariffa premio) di 110 euro/MWh.
Come posso entrare a far parte di una comunità energetica
Per entrare a far parte delle comunità energetiche è necessario effettuare una richiesta di accesso al servizio al GSE che può essere fatta solo dal Referente del gruppo di autoconsumatori. Nel caso di un privato, sarà il proprietario dell’immobile, mentre nel caso si tratti di un condominio questo compito spetterà all’amministratore. Per ciò che riguarda le aziende, invece, il referente sarà il legale rappresentante della stessa.
La domanda deve essere presentata per via telematica, mediante l’accesso al Portale informatico del GSE e, al momento della presentazione, l’infrastruttura per la quale si richiede l’accesso al servizio dovrà possedere tutti i requisiti di legge.