Si sente parlare sempre di più di auto elettriche e di futuri stop alla produzione di veicoli diesel in favore della mobilità green. Continua la crescita del parco di veicoli elettrici e ibridi, grazie anche a una maggiore sensibilità da parte del cliente finale e a un calo dei prezzi delle vetture rispetto a qualche anno fa. Allo stesso tempo, però, emerge la necessità di una maggiore diffusione dell’infrastruttura di ricarica per soddisfare questo aumento di veicoli. Ricordiamo infatti che l’ansia da ricarica è ancora una delle principali barriere all’acquisto ai veicoli elettici. Con più punti accessibili al pubblico, i clienti finali si sentirebbero infatti molto più tranquilli.
LA RICERCA
Ma entriamo nei numeri. Considerando il solo mercato europeo, il Vecchio Continente potrebbe passare da 3,3 milioni di auto elettriche a ben 130 milioni al 2035. La previsione è contenuta nel recente studio “Power sector accelerating e-mobility” pubblicato da Eurelectric in collaborazione con Ernst & Young. Per soddisfare la domanda di ricarica di un numero così elevato di veicoli elettrici, la rete dovrà raggiungere i 65 milioni di colonnine. L’85% dovrà essere a uso domestico, mentre il 4% a uso pubblico. Nei primi cinque Paesi europei di riferimento, e in particolare in Olanda, Germania, Francia, Regno Unito e Italia, ad oggi si contano appena 374mila colonnine.
IL PANORAMA ITALIANO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA
In Italia, ad esempio, a fine 2021 risultano installati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture. È quanto emerge da uno studio di Motus-E.
Le infrastrutture sono collocate per il 79% su suolo pubblico mentre per il restante 21% su suolo privato a uso pubblico, come supermercati o centri commerciali. Per quanto riguarda la distribuzione, il 57% dei punti di ricarica è ubicata nel nord Italia, il 23% circa nel centro mentre solo il 20% nel sud e nelle isole. Motus-E specifica inoltre che il 13% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato ancora finalizzato il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative.
EVITARE COLLI DI BOTTIGLIA
Tornando allo studio di Eurelectric, la crescita delle stazioni di ricarica in Europa è cruciale per evitare che si creino colli di bottiglia nello sviluppo della mobilità sostenibile. Nonostante il trend di crescita dei nuovi punti di ricarica (solo nel 2021 l’aumento è del 40% in Europa), l’infrastruttura non è ancora sufficiente e spesso la crescita è rallentata da alcuni fattori. Tra questi, vengono segnalati diversi ritardi nelle autorizzazioni, e criticità nell’allaccio dei nuovi punti alla rete elettrica.
MITIGARE L’IMPATTO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA
Va inoltre considerato l’impatto sulla rete elettrica. Si stima che quando le auto elettriche raggiungeranno il 50% del parco circolante in ambito urbano, un utilizzo incontrollato dei punti di ricarica potrebbe creare problemi alla rete elettrica. Per questo motivo sarà prioritario prevenire e rispondere al fabbisogno dei consumatori con un’adeguata infrastruttura, ma soprattutto digitalizzare la ricarica e favorire la diffusione di sistemi di accumulo di energia per quando aumenteranno i punti di ricarica veloce.
IL RUOLO DEL FOTOVOLTAICO
In questo contesto, fotovoltaico e storage assumono un ruolo cruciale. Il solare potrebbe infatti aiutare a ricaricare a potenza elevate nelle ore centrali del giorno. Potendo aumentare la potenza di ricarica quando è maggiore l’energia solare prodotta, aumenta l’autoconsumo. Così si evita di immettere l’energia in rete, andando così a non gravare sulla rete stessa. Sarà quindi possibile ricaricare solo con energia rinnovabile ed evitare prelievi da rete. Si dovrebbe poi favorire un ulteriore scenario, ossia quello dei Veichle to Grid, la tecnologia che consente ai veicoli elettrici di scambiare l’elettricità immagazzinata nelle proprie batterie con la rete. La tecnologia aiuta così i gestori a bilanciare al meglio i carichi. Le colonnine dovrebbero permettere questo dialogo bidirezionale tra auto e rete proprio per garantire maggiore stabilità, in un panorama che vedrà sempre di più la diffusione di veicoli elettrici e, quindi, di punti di ricarica.